Dario Fo

È un bel articolo (in realtà si tratta di una poesia) quello scritto sulla morte di Dario Fo, l’ho letto casualmente stamane sul quotidiano libanese Assafir.

Il 13 ottobre, questo quotidiano ha divulgato una notizia breve della morte del drammaturgo e il giorno seguente questo unico “articolo” di Dalia Qanso. Non ho potuto far a meno di paragonarlo al frastuono italiano.
Ho pensato quindi di condividerlo e tradurlo per voi:

Torna a casa … non c’è nessuna ragione all’erranza

Cuore mio
Cuore mio sii saldo
puoi giocare col fuoco…
ma sai che ne devi pagare il prezzo
Non farle sapere
Non farle sapere che l’ami
Non essere folle, non essere cieco
O mio cuore.

Cuore mio
torna a casa
non c’è nessuna ragione all’erranza
nessuna ragione al nomadismo
Lei non deve vedere
Non deve vedere che hai bisogno di lei
Non oltrepassare i limiti
O mio cuore

Cuore mio
Torna dove eri
Ti nuoce lasciarla entrare
Non deve sentire
Non deve sentire che la vuoi
Non deve sapere che è perfetta
Cuore mio
tu sai che non potrà mai essere vero
e che darebbe agli altri
l’amore che da te riceve
Non deve sapere
Non deve sapere
dove stai andando
Non sciogliere il legame
che lega
O mio cuore
Cuore mio fatto d’arguzie
Dai a te stesso un pollice e avrai un miglio
Non cadere
Non inciampare
Se non sei all’altezza del castigo
non commettere il delitto

O mio cuore
il giorno della mia morte
il giorno della mia morte
Nessuno pianga
L’unica cosa che voglio da te
quel giorno
è
che il mio corpo sia esposto sopra il tetto
di casa
Bene, bene, bene
affinché io muoia semplicemente
Gesù addobberà, Gesù addobberà
Gesù addobberà il letto della mia morte
Bene, accoglimi Gesù, accoglimi in mezzo all’aria
e se le mie ali mi dovessero tradire
mio Dio, mi farai incontrare un’altra fanciulla?
Bene, bene, bene, morirò comodamente

Mio Dio fai che nessuno pianga il giorno
della mia morte
Voglio che tu mi accolga lievemente
il giorno della mia morte
E’ tutto ciò che voglio da te.
Bene, bene, bene
Morirò agevolmente.

N.H

fo

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