Da Numa Pompilio a Bush, dialoghi privati con Deo

Ripassando la storia una cosa mi pare evidente e chiara: gli uomini di potere hanno sempre avuto una capacità innata che ha permesso loro di mettersi in un contatto privilegiato, diretto e privato con Dio. Così sono riusciti addirittura a farsi dare dal padreterno disposizioni dettagliate su quello che andava fatto e non. Quasi sempre si trattava di fare una guerra.

Già Numa Pompilio, secondo Re di Roma (la fondazione di Roma risale al 753 a.c.), per mettere ordine nella liturgia religiosa, ed imporlo al popolo, fece spargere la notizia che ogni notte mentre dormiva, la ninfa Egeria veniva a visitarlo dall’olimpo per trasmettergli direttamente le istruzioni. Chi avesse disobbedito, non era col re, uomo fra uomini, che avrebbe dovuto vedersela, ma con il padreterno in persona.

Quasi tremila anni più tardi, in pieno ventesimo secolo, Adolf Hitler, per farsi obbedire dai tedeschi, non seppe escogitarne uno migliore. Ogni tanto scendeva dalla montagna di Berchtesgaden con qualche nuovo ordine del buon Dio in tasca: quello di sterminare gli ebrei, per esempio, o di distruggere la Polonia.

Lo stratagemma è stato utilizzato sistematicamente nella storia dell’umanità per manipolare le masse e indurre gli uomini a commettere gli atti più efferati.

Per quanto infantile e scontato possa sembrare questo metodo seguita ad attaccare ancora oggi. Proprio così, seguita ad avere successo anche e ancora oggi, e non solo in paesi come Afghanistan, Iran o Nigeria.

Il caso più eclatante è infatti quello di G.W. Bush (Junior), ex presidente degli USA. Era di dominio pubblico che il giovane Bush avesse trascorso una giovinezza dissoluta e dedita all’alcol. Come farsi accettare dal morigerato popolo americano ? L’idea fu quella di presentarsi al “suo” popolo come un mistico. Come un uomo che, grazie all’incontro con Dio, aveva avuto una profonda riconversione spirituale.

Questa sua presunta profonda riconversione gli ha dato poi, nel corso del suo mandato, il pretesto per giustificare i suoi numerosi crimini. Appellandosi più volte ad un suo millantato dialogo con Dio è riuscito a spacciare per volontà di Dio quella che era solo la sua di volontà. I credenti americani sono stati così indotti a credere (o forse hanno voluto credere) che il loro presidente, agendo in armonia con la volontà di Dio non potesse sbagliare. Fare una guerra era come obbedire direttamente a Dio. Onestamente è alquanto difficile disobbedire a Dio. Dice Bush: “Dio mi ha detto di colpire Al Qaeda, e io li ho colpiti, poi mi ha detto di colpire Saddam, e l’ho fatto, adesso sono deciso a risolvere il problema mediorientale”.

 

In quanto a ingenuità e credulità mi pare che l’umanità, dai tempi di Numa Pompilio, non abbia progredita molto.

Il tempo del Niente

Ho calcolato il tempo che ci vuole per arrivare da qui all’età del niente, ed è un minuto e quindici secondi. Questo significa che è già qui, ora e subito, specie in una città vuota, una città senz’ anime.
Sì? beh… uh! Qualcosa a volte passa ma è così trasparente ed intermittente che non mi rappresenta niente. Come dicevo, è qui, ora e subito, l’età del niente.
Fiori fatti di gambi foglie e spine, anche per oggi non si profuma l’aria, è ridere senza averne l’aria, veramente? E’ proprio questa l’età del niente? epperò non si dovrebbe cedere alla bellezza di parole ubriache clonate, ma puoi davvero perdere il cammino e poi ritrovarlo, o come disse Yeats: ” how can we know the dancer from the dance? “, come distinguere chi danza dalla danza, però si deve perchè la danza è nebbia e chi danza vaga nelle sue spire e si flagella con le sue stesse mani, ed i dispersi vagano lasciati ad estinguersi senz’ ombra da lasciare ed i cuori ibernati nell’età del niente sono gli anni che dell’aria di niente si sono pasciuti e poi vantati, vestiti e denudati alfin senza destino e dire che pertanto vatuttobene, alquanto, c’è comunque un cuore che batte per niente e che trema per un indomani senza niente, sai quei visi senza età, dall’età indefinibilmente vaga, ed i colori che sono passato, seppiato, e la certezza ha disertato sicura di non vincere, specie in quelle notti che se non canti crolli, quelle notti con quelcertononsoche che sa tanto di fine eternità peso degli anni.
Au revoir, Tempestina.