Arrivo, finalmente. C’è il mondo. Un’infinità di persone in fila. La faccio anch’io, in ordine, paziente attendo il mio turno.
Si dice che in questo luogo, laggiù allo sportello, si possano acquistare i sogni. Me l’hanno detto, mentre passavo per la via. La coda è infinita. Il tempo non mi manca, e non ho sogni in tasca, così devo aver pensato, quando senza accorgermi mi sono messa in fila silenziosa.
Si avanza, ogni tanto, con calma, nessuna spinta, nessun lamento, e stranamente nessuno che cerca di scavalcarti.
Guardavo intorno ed ogni tanto indietro, la fila cresceva a vista d’occhio, ed ogni tanto, un passante c’interrogava sul perché dell’attesa.
”È la fila per i sogni ” disse un uomo … “In quel sportello si possono acquistare” … “Non sono per niente cari” … “A me han detto che basta volerli”, ribatte un’altra donna.
Io sto in fila, che ci perdo?
Si sentiva nell’aria, l’emozione di tutta quella gente, pronta ad acchiappare la speranza, il desiderio, la gioia… e una strana eccitazione incominciò a pervadere anche me. Ad ogni passo che facevo mi sentivo sempre più agitata, sempre più ansiosa, fino a quando capii che altro non era se non il non sapere che chiedere, quando terminata l’attesa mi sarei presentata allo sportello.
È vero! Accidenti! Che sogno vorrò fare?
Iniziai a pensare che un sogno, un desiderio, una speranza, doveva essere per forza qualcosa che mi mancava, ma al contempo doveva essere qualcosa che davvero potesse portare un cambiamento nel mio animo, e nella mia vita.
Ma già avevo fatto altri tre passi, ed ancora non avevo fatto alcun progresso nella ricerca.
Avrei chiesto la felicità. Ma era un sogno irrealizzabile. Sarebbe stato solo un momento, qualcosa o qualcuno poteva immediatamente farla svanire…
Avrei chiesto l’Amore. Ma no! Mi dissi, ne ho dato, forse ne ho anche ricevuto, ma dopo sfugge, affievolito e stanco, magari vorrebbe anche resistere ma alla fine va …
Si avanza, altri due passi, le teste davanti a me ondeggiavano, riuscivo a cogliere gli sguardi, persi come il mio, dietro ad un turbinio di pensieri, che sembravano quasi interrompere quella calma e quel silenzio paziente di chi, come me, attendeva il sogno della sua vita, con fremiti e sorrisi.
Mi riconcentrai, e ripresi a pensare.
Accidenti, cosa mi manca? Mi dicevo, quasi come una cantilena infantile, cosa mi manca?
La serenità! Chiederò la serenità … Non sarebbe stato un sogno, e poi vola via. È solo una sensazione, effimera… La ricchezza? E che me ne farei, ho già ciò che mi basta, non mi occorre di più.
Ne è passato di tempo. E sono ancora in fila.
Ora vedo le persone che a mano a mano vengono via dal negozio dei sogni, hanno tutti una luce che brilla negli occhi, hanno quella ricchezza in più, un sogno da fare.
Ci sono, quasi. Oramai manca poco, e mi rimprovero, non ho molto tempo per pensare, ed accelero, recitandomi la litania…Cosa mi manca? Cosa mi manca? Cosa…
Da dietro lo sportello, m’investe e mi accoglie una gentile persona con grande e soave sorriso.
Buongiorno, mi dica il suo sogno?
Vorrei saper sognare.
N.H